Una raccolta di trenta favole, collegate da un filo conduttore, un anonimo letterato, che funge da protagonista.
Nella narrazione egli esprime un bisogno recondito: distaccarsi dal pragmatismo e materialismo reale per proiettarsi verso spazi indefiniti, dove aleggiano antiche virtù, dimenticate o travolte dalla frenesia quotidiana. Mescola soggettività e oggettività, passato e presente, vero e finzione, spesso sovrapponendoli.
Il percorso narrativo è circolare. Dall’infinito si cala nel finito, contraddistinto da personaggi viziosi e benevoli, dunque da peccatori e timorati di Dio, simbolicamente rappresentati anche dal mondo animale. E raccontando la personale vicenda umana, rivela le ansie e le paure esistenziali che emergono dal confronto con una società artefatta.
Infine ritorna, nella speranza di un riscatto morale, ad una dimensione celestiale. D’altra parte la difficile condizione umana e sociale d’oggi, di crisi generalizzata ai vari settori della vita, con la caduta dei valori fondamentali, non può che ispirargli l’urgenza di immaginare una realtà armonica, basata su ideali e principi sani e di sperare che essa possa realizzarsi. Non fugge, pertanto, la realtà, ma s’immerge in essa per riflettere sugli errori commessi e per costruire un mondo più vivibile.
La raccolta, ispirata dai messaggi evangelici di Papa Bergoglio, è indirizzata ad un pubblico desideroso di credere in una società più consona all’intelligenza dell’uomo.
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