In questo libro Nino Tricarico, al culmine di una fortunata carriera di pittore, indaga le ragioni profonde di cui si alimenta la sua arte, le fonti della sua ispirazione, le modalità in cui la presentazione della realtà si trasforma in segni, forme, colori.
La riflessione si rivolge per analogia alle arti sorelle: musica e poesia. In Klee, Kandiskij, Picasso, Mondrian, Schönberg, Neruda e tanti altri, Tricarico trova le ragioni del suo fare artistico, e anzitutto il rifiuto del realismo come unica via oggi percorribile per attingere e rappresentare una realtà più vera e profonda.
Ma sono propriamente sue le riflessioni sull’arte come rappresentazione dell’Oltre, il tema della staccionata, il problema della rappresentazione del Tempo in pittura, l’idea della verità che si annida nella luce e nei colori. Dunque un libro in cui l’artista permette al lettore di osservare dal vivo la sua poetica, ma non solo. L’attenzione alla quotidianità consente all’autore di intrecciare riflessioni di estetica col racconto di proprie esperienze. Vengono alla luce episodi e personaggi al limite tra realtà e immaginazione: il ceramista, il camionista venditore ambulante, il parroco di paese, l’amico buontempone. Si compone così il quadro di una provincia vitale (Potenza, i suoi luoghi, le sue abitudini), luogo di verità umana, fonte inesauribile da cui attingere spunti da trasformare in verità universali.
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