“Rosamarina” è un libro artistico nella forma e nei contenuti.
L’autore, Giorgio Pica con la sua arte di fotografo amatoriale non rappresenta in senso “materiale” la vita di questo borgo marittimo della Puglia, ormai località nota a livello nazionale e internazionale - nulla racconta di personaggi ed eventi -, bensì “concettuale”, poiché esalta, senza dichiararlo, il ruolo simbolico di Rosa Marina, già di per sé insito nel nome di un fiore tanto evocativo quanto inesistente in natura.
Giorgio Pica non è un fotografo d’occasione ma uno studioso di ottica che conosce alla perfezione i segreti della luce. Le foto non sono ritoccate al computer, le immagini sono “naturali” nel senso di modellate con la scelta dei tempi di esposizione e con l’apertura maggiore o minore del diaframma, insomma sanno di vintage come il suono sporco di un armato vinile musicale. E solo la paziente e saggia attesa del pittore di paesaggi può prevedere e carpire gli effetti della luce. I paesaggi di Giorgio Pica prima di essere fotografici sono pittorici e questi ultimi, nella loro evoluzione, sono divenuti sempre più astratti. Il fotografo va in direzione apparentemente opposta a quella del pittore. Con l’arte della reflex Giorgio Pica torna al realismo, tuttavia concettualizzato come si diceva prima, quindi filosofo, dunque astratto anch’esso.
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