INDELLICATO Michele
EDGAR S. BRIGHTMAN
Ontologia della libertà e autotrascendimento dell’uomo

Il lavoro di Indellicato sul personalismo di Brightman, la teoresi del quale occupa un posto di non poco rilievo nella cultura filosofica americana della prima metà del Novecento, si scandisce, di là da quei logori schemi storiografici che si illudono di decifrare nello sviluppo storico delle idee la "razionalità" del reale, in una ricerca puntuale della ragion d'essere della persona, che diventa personalità nello sforzo creativo dei valori, che proiettano nella vita e nella storia l'affiato dell'Infinito. Negli eterni orizzonti dello Spirito, l'uomo non si appiattisce nella sterile autocoscienza dell'Idea, o nel panlogismo di uno Spirito universale: nel continuo trascendere la propria passività, la persona è chiamata, di volta in volta, a realizzare il proprio destino in un continuo e ininterrotto incremento della sua dimensione spirituale, che, nella concretezza operosa della sua esistenza, ritrova la sua radice e la sua unità nella realtà profonda della Verità. In un momento storico, come il nostro, in cui anche la banalità più crassa acquista il suo diritto a significare qualcosa, il saggio di Indellicato propone, o ripropone alla riflessione dell'attento lettore, una filosofia della persona, che non può non trovare il suo coronamento in una filosofia dei valori in grado di appagare le esigenze più vive della ragione. Come relazione sussistente e causa assolutamente indipendente, l'uomo, delineato da Brightman, individua il suo fondamento nell'ineffabile sapienza dell'Essere supremo, che lo determina nell'atto stesso del proprio esistere. Irriducibile ai dati sensibili, il Sollen non è un dover essere astratto. È un'esigenza razionale che nasce dalla considerazione intrinseca di ciò che l'uomo è, può e deve essere. È un'esigenza che attesta l'aspirazione a una vita non più soggetta ai limiti dello spazio e del tempo, o alle angustie di un antropocentrismo che nessuna esperienza e nessuna logica può convalidare, ma alla trascendentalità ontologica della storia, la quale non è la mita, ma la "via" che addita la luminosità dell'Infinito da cui ogni finito ripete l'origine e la realtà.

Piero Beraldi