«Trovandosi Antonio Maria Galietti nel 1860 membro del Comitato Insurrezionale di Cassano, a compiere questa sua missione di fare un partito di una ventina di persone, che potessero essere ad una cinquantina e forse più, e fu desto che assunse il titolo di "Partito Liberale ».
«Antonio Maria Galietti era un fiore di virtù, in quanto che, discendendo da una delle più spiccate famiglie liberali della nostra Provincia (...). Egli fu colto nelle lettere e nelle leggi, ma predominava su tutte in lui (...) la nota patriottica. Fu infatti un letterato insigne, ed i molti scritti (...) ed in specie le poesie, poi date alla stampa, risuonano tutte di quell'amor patrio, che non si limitava ai confini di Cassano».
«(...) volse il suo pensiero al riscatto di (...) demani, che l'altrui rapina aveva sottratto alla popolazione, privandola del principale suo elemento di ricchezza, non sepe quel nobile animo resistere allo spettacolo di una massa di proletari diseredati, che un tempo traeva discreta risorsa esercitando la pastorizia nella lunga distesa dei nostri demani, e che ora languiva nella più squallida miseria, percependo a mala pena dal lavoro giornaliero una mercede di pochi soldi».
«Antonio Maria Galietti non fu tra quelli che si ritirarono: spirito ardente e generoso, disse che bisognava lavare l'onta prodotta al paese suo natio (..) pur di non sentire e di non vedere (...) la storia terribile di quell'8 dicembre 1861: quellofu un giorno di grande sventura per il nostro paese (...). Una setta di pochi facinorosi la vinse sopra la balda e generosa gioventù, sopra le idee più belle che felicitano la vita di un uomo».
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