
Il libro rivendica l’importanza del pensiero utopico come strumento critico e progettuale. In un’epoca dominata dal realismo cinico e dalla rassegnazione, recuperare l’idea che il mondo possa essere diverso – e il futuro essere costruito, non solo subìto – è un atto di resistenza culturale.
L’autore riesce a incrociare i dati con i fenomeni sociali, le trasformazioni economiche con i mutamenti culturali, restituendo sempre una lettura illuminante dell’attualità che, qualunque sia il suo ambìto, si nutre di continue novità che hanno però vita breve, sostituite da più nuove novità.
Egli, altresì, analizza le contraddizioni di un sistema che, invece di garantire maggiore benessere e opportunità per tutti, ha finito per aumentare le disuguaglianze e restringere gli spazi di libertà reale per milioni di persone e rivendica l’importanza del pensiero utopico come strumento critico e progettuale. In un’epoca dominata dal realismo cinico e dalla rassegnazione, recuperare l’idea che il mondo possa essere diverso – e che il futuro possa essere costruito, non solo subito – diviene un atto di resistenza culturale.
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