Il racconto parte da Kyoto, dalla percezione di dettagli di una giovane scrittrice che si trova in Giappone sulle tracce di sua madre scomparsa prematuramente in un incidente stradale.
Poi, al ritorno in Italia della protagonista, la narrazione si srotola in una villa in campagna. In questa villa ha mosso i primi passi ed il pensiero della sua infanzia ed adolescenza le riportano alla mente con colori vividi la nonna e il papà;
papà con cui non ha tessuto un rapporto intimo padre figlia, a causa del lutto che ha invalidato la famiglia.
Ma poco alla volta, le piccole cose; un faldone giudiziario conservato tra libri, quella casa a lei cara, le permettono di venire a conoscenza di segreti non confessati.
Benedetta, protagonista del racconto, scopre foto raffiguranti il cadavere di un ragazzo, morto in strane circostanze in un hotel di Arona. Lo stesso appare avere da subito un’identità: Giovanni Vitali (come il personaggio di un film di Antonioni) per poi venire identificato come Claudio Impieri.
Tra l’altro, alcune persone ammettono di averlo incontrato addirittura 8 giorni dopo la sua morte accertata. Nell’incartamento, i primi fogli, staccati dal resto, descrivono il caso archiviato come irrisolto.
Ma non è soltanto questo ad incuriosirla.
Perché suo padre, magistrato, ha conservato quest’unico faldone, in copia, a casa, e mimetizzandolo tra i suoi libri?
Tra gli interrogativi: il tempo, i personaggi che entrano ed escono dalla villa, ignari di quanto sta accadendo.
…Così, i giorni dilatano la sua lettura,
lettura delle testimonianze, dichiarazioni e deduzioni contenute in quelle pagine fitte.
Niente era soltanto quello che sembrava.
Strane coincidenze la condurranno a verità appena scoperte e taciute dal padre, soprattutto per amore.
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