Ninni Colonna
DALL’ALBA AL TRAMONTO
978-88-6674-356-9

Ninni Colonna<br / >DALL’ALBA AL TRAMONTO<br / >978-88-6674-356-9

Price: € 25.00

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“DALL’ALBA AL TRAMONTO” riannoda il giro del tragitto, riprendendosi il proprio filo conduttore. La scrittura raccoglie il cerchio delle vicende, delle circostanze e degli eventi. Si dispone il “fraseggio sotto il cielo”, come dal titolo del primo capitolo. Impegna la luce, il giorno ed il suo nascere. Sono i motivi, le intenzioni e le opportunità che si alternano nella narrazione. Gli intermezzi si adeguano e si tracciano, procedendo, per proprio conto, nelle scelte e nelle occasioni. Agile il linguaggio letterario, che si sviluppa, mantenendo le cadenze e le inflessioni, così le immagini che occupano gli sfondi e le scene. La Storia si accompagna da sé. Fa sfoggio del suo preludere. Corre e concorre alla descrizione dei fatti e degli accadimenti. Le cose si spiegano e si traducono per quelle che sono, per farsi descrivere e commentare. Si lasciano condurre, indirizzandosi verso la meta che si scorge, che si intravede o si nasconde. Ai personaggi, ai protagonisti, alle comparse e alle persone, appartiene la volontà di esprimersi e di partecipare e farsi coinvolgere. I fatti avvolgono l’inventiva, così l’ispirazione prende la realtà. La racchiude e la modifica, la racconta e la mitiga. Al contrario, la esalta e la esorta per esporla, per distinguerla. Le prende la mano, come per la vita che va avanti, tenendola al proprio fianco. La porta con sé per procedere e continuare. Si avvale del mito, come, pure, della bellezza, per incidere o farne scudo, per esistere e per durare. Prosegue il fascino delle cose, come della loro natura e della semplicità casuale. Si allargano gli orizzonti, le idee e il loro gradimento. Fatalità istintiva che sceglie l’intuizione e la conoscenza. Tende alla mappatura del mondo. Quest’ultimo si allarga e si restringe, per farsi scoprire, svelare e confortare. Sorte benigna concessa al genere umano, che può agire ed ambire. Capacità e necessità, giustificazioni ed intuito, al passaggio di un giorno che comincia, finisce e comincia ancora. Le storie si rifanno nel racconto. Scandiscono gli episodi, le citazioni e gli aneddoti. Ne fanno uso e se ne compiacciono. Selezionano le madrine ed i padrini, dei periodi e delle epoche. Preferiscono i momenti più graditi, nel pregio e nel privilegio. Dalle scoperte geografiche ai fulgori regali. Dalla Spagna alla Francia, dall’Impero Asburgico alla nostra Italia, divisa e condivisa, con gli intrighi e le ruberie, le lotte e le battaglie, di qui alle guerre, da ieri e l’altro ieri, fino ai giorni nostri, con gli odi e le discordie che hanno avuto l’inizio e non sembrano avere, mai, la fine. Il gioco delle parti e delle convenienze assurde fa sempre comodo, per provocare e attendere la reazione. Trova discolpe adatte per offendere e pretendere. Lancia pietre e bombe e poi nasconde la mano. A domanda, senza invito, segue l’ardire del prurito. La Palestina ed Israele, l’Ucraina e la Russia se le danno di santa ragione. Non hanno voglia di smetterla. Uomini stolti gli vanno dietro. Blaterano boiate e sputano salive velenose. Imbecilli loro e chi li segue. La Storia mantiene i suoi difetti, le scuse e le sopraffazioni. Addestra i suoi guerrieri e i suoi militanti. Ne fa abuso e non demorde. Meglio il ritorno al passato con gli Estensi a reggere l’equilibrio della loro epoca, tragica o gioiosa, con i giochi e le sonate, con gli intrighi e gli intrallazzi, con le vivacità e le atrocità, permesse, volute o devolute. Giro a precorrere e preludere i tempi, con le cronache e le cronologie nel viavai delle persone e dei personaggi, con la bussola fra le mani, i sestanti e gli indici da consultare. Punti cardinali e città. Lisbona e poi Valencia ad Occidente, El Jadida e Casablanca al Sud, per spostarsi, verso Napoli e poi Roma, scendendo ancora, ad Oriente, alla volta di Bari e di Ceglie Messapica, per raggiungere Bologna, risalendo al Nord, con Milano, Merano ed Innsbruck, fermo restando Ferrara, al centro di tutto e del giro, curiosa e scontrosa, che dall’alba giunge al tramonto. Chissà? Forse può riprendere la corsa?

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